Il destino manifesto: Gli Aldobrandini di Clemente VIII e la Minerva

  • Isabella Salvagni

  • Collana
    Quaderni delle Scuderie Aldobrandini / 12
  • Anno
    2017
  • Pagine
    304, con oltre 190 illustrazioni a colori e in b/n
  • Formato
    21 × 27 cm, brossura
  • ISBN
    978-88-98229-88-8

  • Prezzo
    € 40,00  ESAURITO

L’autore

Isabella Salvagni, storica dell’architettura e archivista, più volte libero docente presso l’Università degli Studi Roma Tre e presso l’Università degli Studi di Camerino, ha collaborato lungamente con l’Archivio Storico dell’Accademia Nazionale di San Luca, del quale è stata Aiuto-Curatore. Ripetutamente borsista presso la medesima Accademia, il CROMA e i Dipartimenti di Studi Storico Artistici e di Progettazione e Scienze dell’Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, la SAD di Ascoli Piceno, ha affrontato e svolto in collaborazione con università, soprintendenze e istituti culturali italiani e stranieri numerosi studi, in gran parte editi. Tra questi si ricordano i volumi e i saggi sulle chiese di Sant’Angelo in Pescheria nel Portico d’Ottavia e dei Santi Quirico e Giulitta a Roma, su Palazzo Carpegna, su Ottaviano Mascherino, i molteplici contributi sulle origini, le sedi e la storia dell’Accademia di San Luca, e in particolare il volume Da Universitas ad Academia. I. La corporazione dei Pittori nella chiesa di san Luca a Roma. 1478-1588 , le mostre Tusculum: Luigi Canina e la scoperta di un’antica città, Frascati al tempo di Pio IX e del marchese Campana, e Oltre Roma. Nei Colli Albani e Prenestini al tempo del Grand Tour. Ha partecipato a e coordinato gruppi di ricerca nazionali e internazionali, curato l’allestimento di mostre documentarie, collaborato ad attività diverse di tipo editoriale, e continua a svolgere attività di consulente scientifico e di ricerca con speciale attenzione a temi di storia urbana e di storia dell’architettura, di storia dell’arte e di storia sociale, che abbracciano il patrimonio artistico e architettonico in particolare di Roma e del territorio laziale.

L’opera

Il 30 gennaio 1592 sale al soglio di Pietro Ippolito Aldobrandini, incoronato l’8 febbraio successivo con il nome Clemente VIII. In continuità con la politica inaugurata dai propri predecessori, il regno clementino sarà centrale per l’affermazione del primato universale della Chiesa di Roma, e – grazie a una prudente azione politica – proietterà il papato in una posizione di equidistanza tra le maggiori potenze europee. L’ascesa al pontificato di Ippolito determinerà anche la fortuna familiare, facendo sì che dalla condizione di fuoriusciti fiorentini esiliati e privati di ogni bene, gli Aldobrandini assurgeranno ad ogni onore e gloria, ricoprendo le massime cariche dello Stato e cumulando in breve tempo grandi ricchezze e sommo potere. Immensa fortuna che lo stesso Ippolito interpreta come ricompensa e predestinazione per chi – i fondatori della famiglia, padre, madre, se stesso e quattro dei suoi sette fratelli – hanno vissuto al servizio di Dio, perseguendo le proprie virtù, permettendo di compiersi il disegno divino che li porterà infine a godere della Gloria celeste. È tale messaggio che il pontefice in persona allestisce nella cappella-mausoleo di famiglia realizzata nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma, che suscitò la meraviglia dei contemporanei e la cui bellezza incanta tuttora. Storia complessa dipanata attraverso un duplice registro di lettura a noi restituito dalla statuaria, dagli affreschi e dall’apparato decorativo lapideo, incrostato di marmi preziosi, che snocciola un racconto manifesto, celando allo stesso tempo – volutamente – un significato coltissimo, ermetico e misterioso. Magnificentia di una illustre casata, sapientemente costruita secondo mirate e rigorose strategie messe in atto da Ippolito e dai suoi fratelli fin dal loro arrivo a Roma, e poi dalla generazione dei nipoti, e dei pronipoti ancora – la cui storia minuta è ricostruita in questo volume –, destinata a infrangersi contro un destino curioso, che, nell’alternanza di favorevole e avversa fortuna, impedirà loro di godere a lungo della propria ricompensa terrena: in un incalzare tumultuoso di eventi luttuosi, gli Aldobrandini si estingueranno nel breve volgere di sole tre generazioni.

Sommario

Introduzione, Giovanna Cappelli - Prefazione, Irene Fosi - Premessa, Isabella Salvagni - Gli Aldobrandini e la Minerva – CAPITOLO I. L’insediamento ‘romano’ degli Aldobrandini - 1. I figli di Silvestro e Lesa: dall’esilio alla scalata sociale; 2. Case, cappelle, palazzi: i “luoghi” romani degli Aldobrandini; 3. L’ascesa di Ippolito: la Minerva, Santa Caterina; 4. I Ferracci e i giovani Aldobrandini; 5. I nipoti di Clemente VIII – CAPITOLO II. Il mausoleo Aldobrandini - 1. La costruzione; 2. Il programma iconografico – CAPITOLO III. Dopo Clemente VIII – Addenda - I restauri – Note – APPARATI: Appendice I. Gli Aldobrandini - Dai Libri parrocchiali; Dagli Avvisi di Roma; Dalle Relazioni di agenti e ambasciatori; Dal Diario di Roma - Appendice II. La cappella - Dagli Archivi domenicani; I Restauri contemporanei – Genealogia - I. Aldobrandini (di Aldobrandino); II. Aldobrandini (di Silvestro); III. Ferracci – Opere citate – Indice dei nomi