Storica dell’arte, si è formata all’università La Sapienza di Roma e all’università di Pisa. Dal 2002 è docente di Storia dell’arte presso l’Accademia Nazionale di Danza. Ha pubblicato la monografia La quadreria di Lorenzo Onofrio Colonna. Prestigio nobiliare e collezionismo nella Roma barocca (2004), saggi sulle finanze di Claude Lorrain, sul network dei mercanti fiamminghi nel ‘600 e su diversi aspetti del collezionismo a Roma nel XVII secolo. Si è inoltre occupata della cultura artistica di frontiera fra Italia e Fiandre nel Rinascimento, della commedia dell’arte nell’opera di Salvator Rosa e delle relazioni fra arti visive e danza alla luce delle neuroscienze, temi su cui ha pubblicato in riviste specializzate e tenuto seminari sia in Italia che all’estero.
Nella società di antico regime «lo specchio della corte» è il maestro di casa, ossia il ministro che, subito dopo il maggiordomo ma spesso rivestendo anche questa carica, aveva la cura dell’amministrazione, il controllo e la supervisione di tutto ciò che si svolgeva nel palazzo del principe, compresi gli acquisti di opere d’arte. In quest’ultimo settore era affiancato dal guardaroba, responsabile dei beni dell’arredo e del vestiario. Partendo dalla letteratura specialistica dedicata a questi ‘gentiluomini’ tra XVI e XVII secolo e prendendo in esame i documenti che li vedono protagonisti, il libro mette in luce il loro ruolo nella Roma del Seicento. Vengono delineate la specificità delle loro funzioni all’interno della corte (ad esempio chi faceva i pagamenti e come), ponendo in modo inedito la questione dell’eventuale loro ruolo nella formazione delle grandi collezioni d’arte del periodo. Inoltre, attraverso i testamenti, gli inventari e altri documenti vengono rivelate le loro stesse collezioni ed interessi culturali. Collocandosi in una posizione di aurea mediocritas tra il principe e la società, il maestro di casa, in particolare, risulta pertanto essere una figura chiave della vita di corte e del mercato dell’arte di antico regime.
Introduzione – Capitolo I - I trattati sui maestri di casa. Tra “dissimulazione onesta” e doti amministrative: la professione di maggiordomo, maestro di casa e guardaroba nella trattatistica del XVI-XVII - Il maggiordomo - Il maestro di casa - Il guardaroba - Gli altri “officiali”: scalco, trinciante, credenziero, computista, spenditore, tesoriere, segretario, maestro di camera - Appartenere alla corte: il maestro di casa nell’habitus del gentiluomo - Capitolo II - Funzioni e attività dei maestri di casa, maggiordomi e guardaroba attraverso i documenti di alcune famiglie nobili romane - Tipologie di pagamento e autonomia di trattativa - Altre modalità di pagamento: rimborsi ai maestri di casa e altri ufficiali - Pegni, vendite e salari - «... assicuro Vostra Eccellenza mi è stato un purgatorio a combattere con tanti artisti» – Capitolo III - I testamenti e gli inventari dei beni - Giacomo Barbarossa, Maestro di casa dei principi Lorenzo Onofrio e Filippo II Colonna - Maurizio Bologna, Maggiordomo del principe Lorenzo Onofrio Colonna - Nicolò Foresta, Maestro di casa dei principi Lorenzo Onofrio e Filippo II Colonna - Valerio Masulli, Maestro di casa del marchese Paolo del Bufalo - Girolamo Mercuri, Maestro di casa dei cardinali Francesco Maria e Stefano Brancaccio e Flavio Chigi - Giovan Giacomo Ramoino, Maestro di casa del marchese Marcallo Rondanini - Nicolò Simonelli, Guardaroba dei cardinali Francesco Maria Brancaccio, Camillo Pamphilj e Flavio Chigi - Giovan Carlo Vallone, Maestro di cassa della marchesa Cristina Duglioli Angelelli - Conclusioni – Apparati - 1. Testamenti, inventari e altri documenti di maestri di casa, maggiordomi, guardaroba e altri ufficiali della corte - 2. Quadri dei maestri di casa prestati alle mostre di San Salvatore in Lauro - 3. La congregazione d’azienda - 4. Elenco di maestri di casa, maggiordomi e guardaroba documentati a Roma nel XVII secolo - Glossario - Bibliografia