Francesco Paolo Fiore è stato ordinario di Storia dell’architettura dal 1987 al 2016 presso l’Università di Roma Sapienza, dove ha diretto il dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’architettura dal 2010 al 2016. Ha tenuto corsi e conferenze presso la Harvard University, la Oxford University e altre università straniere. È autore di numerose pubblicazioni sull’architettura e la trattatistica del Rinascimento e ha curato mostre e convegni su Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio e sull’architettura militare di Venezia nel Cinquecento.
Fin dalla remota antichità le mura identificano il limite della città, ne permettono la difesa e costituiscono uno dei principali segnali della sua identità. Legate al disegno dell’abitato, ne condizionano lo sviluppo e la loro presenza resta determinante anche quando, con il passare del tempo, sono superate o persino obliterate dalla crescita urbana. La loro architettura è un fenomeno complesso, ricco d’implicazioni e legato alle altre architetture del tempo, con le quali scambiano soluzioni tecniche e formali. I nuovi tracciati poligonali e i massicci volumi geometrici, che dal Quattrocento in avanti innovano le architetture a difesa di città e cittadelle, rispondono all’incontro delle scienze e delle nuove tecniche della guerra con la cultura umanistica e i nuovi princìpi architettonici. È la combinazione di questi fattori che può spiegare le origini del sistema bastionato in Italia e il suo successo registrato dal 1530 in poi in Europa, dove anche altre soluzioni difensive si erano dimostrate efficaci e dove ne erano state declinate specifiche applicazioni. Il volume raccoglie quasi tutti gli studi che l’autore ha presentato dal 1986 al 2013 a convegni, oltre ad alcune ricerche pubblicate in diverse occasioni e a un nuovo saggio, quali contributi a una storia dell’architettura militare che sia parte integrante della storia dell’architettura e non volto secondario o separato del Rinascimento. La sequenza dei capitoli permette di seguire il percorso che va dal secondo Quattrocento alla fine del Cinquecento e si concentra sull’opera di Francesco di Giorgio, di Antonio da Sangallo il Giovane e sulla trattatistica che, intorno alla metà Cinquecento, testimonia il confronto di culture e mentalità di committenti, architetti e ingegneri militari. Il saggio conclusivo è dedicato a Palmanova, città-piazzaforte dalla “perfetta” forma geometrica, incontro di istanze civili e militari etermine di passaggio al secolo successivo.
Premessa - Il “tracé italien”: origini, concezioni, problemi - Aggiornamenti bibliografici – I. IL QUATTROCENTO - Castelli malatestiani e feltreschi - Francesco di Giorgio e le origini della nuova architettura militare - Francesco di Giorgio e il rivellino ‘acuto’ di Costacciaro - L’architettura militare di Francesco di Giorgio: realizzazioni e trattati - Francesco di Giorgio e il suo influsso sull’architettura militare di Leonardo - La rocca di Senigallia e l’architettura militare al tempo di Alessandro VI - Le difese fortificate nello Stato della Chiesa in età alessandrina - Aggiornamenti bibliografici – II. IL CINQUECENTO - Bramante e la rocca Giulia di Civitavecchia - Episodi salienti e fasi dell’architettura militare di Antonio da Sangallo il Giovane - Le mura di Roma al tempo del Sacco - Rilievo topografico e architettura a grande scala nei disegni di Antonio da Sangallo il Giovane per le fortificazioni di Roma al tempo di papa Paolo III - Le porte doriche di Antonio da Sangallo il Giovane per le fortificazioni di Roma - Sebastiano Serlio e l’accampamento dei Romani - Architettura e arte militare. I trattati alla metà del Cinquecento - Palmanova e la fortificazione in terra - Aggiornamenti bibliografici – APPARATI - Elenco delle illustrazioni - Bibliografia citata - Indici