Giulia Cocconi si è formata presso l’Università di Parma, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte (2020) e si è specializzata presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (2022). Già borsista di ricerca presso l’Università di Parma (2020) e titolare di una borsa di studio presso la Fondazione Giorgio Cini (2022), suoi interventi sono apparsi su riviste internazionali come The Burlington Magazine e The Journal of the History of Collections.
A partire dagli anni di svolta tra il primo e il secondo decennio del Seicento iniziano a giungere a Parma, capitale del ducato farnesiano, una serie di pittori per i quali è recentissima l’esperienza romana. Non solo Sisto Badalocchio, Giovanni Lanfranco e Alessandro Bottoni, ma ancora Jusepe de Ribera, che trascorre almeno un anno nel ducato e dopo di lui Dirck van Baburen e Nicolas Régnier, che nell’Urbe condividono i suoi stessi patroni. Sulla scena artistica cittadina si apre dunque, negli anni del governo di Ranuccio I Farnese, un periodo fecondissimo di scambi e aggiornamento, favorito da una committenza niente affatto disinteressata alle novità che la pittura del Caravaggio aveva innestato nell’Urbe. Se gli archivi hanno restituito la memoria del coinvolgimento farnesiano in quei negoziati che, nel 1610, avrebbero dovuto ricondurre il Caravaggio a Roma, la ricerca documentaria permette ora di riconoscere tra le figure che agirono nella formalizzazione degli stessi patti anche il figlio di uno dei committenti parmigiani del giovane Ribera. Attraverso un’indagine sul collezionismo cittadino e sulle reti sociali della committenza inizia dunque a definirsi un complesso insieme di relazioni, intessute o favorite da quegli ambasciatori, residenti e segretari farnesiani che dal ducato vengono inviati nella città dei papi, che in misura più o meno programmatica contribuiscono a favorire gli spostamenti di opere e artisti lungo l’asse Parma-Roma.
Introduzione – Diplomazia e buoni offici tra Parma e Roma - Giovan Francesco Tomassoni al servizio di Odoardo e Ranuccio I Farnese - Si dice, che il Caravaggio [...] presto voglia tornare a Roma, e che vi sia aiuti gagliardi” - Casa Farnese e Caravaggio – Qualche nota per Jusepe de Ribera a Parma - Il soggiorno emiliano (1611-1612) - La committenza delle pale d’altare - Santa Maria Bianca - La committenza privata – Pittori farnesiani - La vocazione caravaggesca di Bartolomeo Schedoni - “andarono Sisto Badalocchio, Alessandro Bottoni e Giovanni Lanfranchi a mettersi sotto la Scuola di Annibale” - La definizione di un lessico caravaggesco lungo l’asse Parma-Roma - Leonello Spada, che “diceva non aver potuto imparare cosa alcuna” – Pittori forestieri - Giovanni Antonio, pittore romano - Baburen 1615 - Nicolas Régnier, “staffiero” e pittore - Carlo Veneziano e i suoi – Fortuna e sfortuna di Ribera nelle collezioni farnesiane e parmensi - Ancora per la rete familiare e sociale di Mario Farnese - Pittura dal naturale nel ducato - Le collezioni farnesiane - Le private quadrerie – APPARATI - Regesto - Bibliografia - Indice dei nomi - Referenze fotografiche